Pinocchio, una storia senza fili
Durata: 60 minuti
In scena: 10 attori
Spazio scenico: 7 x 8 adattabile ad ogni tipo di spazio oscurabile e non.
Piano luci da concordare a seconda delle disponibilità dell’impianto. Quando lo spettacolo è
rappresentato su palcoscenico, la messa in scena necessita di: frontali e tagli, contro e speciale
rosso.
Montaggio scenografie: nessuna. 15 minuti per preparare gli oggetti di scena dietro le quinte.
Oggetti di scena: sedie, una scala, tre sgabelli, un telo rosso, due bastoni, un tubo con scheletro in
fil di ferro ed esterno in stoffa elastica.
Svuotamento palco: 15 minuti.

SINOSSI
“Pinocchio è diverso, come noi: non si accontenta, non si arrende, sbaglia e non smette di cercare,
di interrogarsi, di provare a comprendere chi è davvero”. Questo il primo importante punto
comune emerso nell’elaborazione della drammaturgia di gruppo degli attori che danno vita alle
avventure dell’intramontabile burattino di Carlo Collodi.
E chi sono i “noi” del Progetto di teatro sociale Viandanti di AMEDI APS? Sono manager dello
spettacolo, educatori, insegnanti della scuola pubblica e privata, terapeuti dell’arte, allestitori
museali, allestitori di mostre, scenografi, mediatori culturali, allenatori. Dieci amatori del teatro che
seguono da sei anni il percorso progettuale e usano il linguaggio teatrale e la sua vasta
complessità nelle loro professioni, declinandolo nei vari contesti d’intervento. La natura ibrida di
Pinocchio è servita per riflettere sulla multidisciplinarietà dell’umanità contemporanea, marcando la
scelta di modernizzare il percorso scenico corale e individuale di Pinocchio che, in “Pinocchio
senza fili”, si moltiplicano e alternano sulla scena nuda, per raccontare il punto di vista di un
diverso per davvero che si stringe forte a sé stesso, al suo essere quello che è; Pinocchio si
aggrappa a quel “poco” pasoliniano (l’idea del poco oggi categoricamente accantonata dalla
continua spinta verso le eccellenze a cui le giovani generazioni sono sottoposte) per fare le sue
scelte. L’intreccio delle partiture dei personaggi è stato creato partendo dalle idee sceniche degli
attori che hanno scritto il canovaccio di messa in scena con la regista. Ecco allora apparire la
catasta di legno prima a casa di Mastro Ciliegia e poi a casa del dolce Geppetto; un Mangiafuoco
che vuole spolpare i poveri per il suo business; una Fata, anch’ella moltiplicata nel numero e
nell’appartenenza di genere, per far emergere l’ironia della figura dell’educatrice; Gatto e Volpe,
quadruplicati, che circuiscono, ingannano, uccidono Pinocchio; il Giudice di Acchiappacitrulli, il
paese dove tutto è al contrario, che condanna alla prigione chiunque abbia subito un sopruso; la
scuola, rappresentata come uno spazio che non riesce a sedurre e trattenere Pinocchio; Lucignolo
che fuma mille sigarette e apre le danze per il Paese dei Balocchi, un spazio di alta velocità
sintetica dentro il quale nessuno può resistere senza deformarsi e soccombere, fino ad arrivare
all’Omino di Burro, efferato sfruttatore del lavoro, che, scegliendo di gettare a mare Pinocchio, dà
modo al burattino di raggiungere Geppetto e finalmente riabbracciarlo: un abbraccio prima
dell’ultima trasformazione.